Da qualche tempo ho iniziato a vedermi come una donna dai capelli corti.
Non parlo dell’immagine che lo specchio mi restituisce ma dell’idea che ho di me, dentro. Del modo in cui mi “avverto”.
Essere e sentirsi una donna dai capelli corti può sembrar faccenda di poco conto ma non è cosi, anzi.
Una donna dai capelli corti ha rinunciato a l’orpello estetico più vistoso e deve sostituire una femminilità apparente con una dell’essere; non può nascondersi ed appare col volto nudo agli occhi del mondo.
Un volto nudo è più intimo di molto che possa esser spogliato.
Ella è nuda, nel volto, nelle emozioni, nelle rughe e nelle occhiaie, sorride a tutti anche dell’intimo sorriso e le lacrime scorrono dove tutte possono vederle, nessuna ciocca ad ammantarla di mistero, nessun boccolo a strenuo baluardo di femminilità.
Una donna con i capelli corti spesso non piace agli uomini che cercano una femminilità standardizzata e rassicurante (e questo è un bene perché il genere non mi interessa).
Tagliare i capelli, portarli corti, significa spogliarsi, indossare l’estetica maschile su un volto che porta impressi i segni e le tracce di una sensibilità femminile.
La cosa può risultare fatale per la donna e per l’uomo.
Una donna dai capelli corti, nel modo di essere e nel modo di fare, una donna dai capelli corti, sempre più corti io, non mi sarei mai aspettata di essere.
Ed invece in un momento di cambiamento e grandi costi emotivi una parte di me ha deciso di mostrarsi al mondo a memento di un cambiamento che io, per prima, devo vedere.
Ed alla fine penso che sarò donna dai capelli corti ancora per un po’, forse per sempre, forse per poco, ma per ora, per oggi e per domani ancora.